CANE SOLO A CASA? SI TRATTA DI MALTRATTAMENTO DI ANIMALI
Per la Cassazione se il cane è lasciato solo a casa, anche se nel cortile con acqua e cibo, si configura ugualmente il reato di maltrattamento di animale e lo stesso deve essere allontanato dalla famiglia (Cass., Sez. III Civile, Sentenza n. 29894 del 03.07.2018)
Giusto togliere il cane alla famiglia che lo lascia da solo per due settimane, anche se con acqua e cibo.
È quanto stabilito dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 29894/2018 a seguito del ricorso presentato dalla padrona che si era opposta al decreto di sequestro preventivo dell’animale, disposto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Chieti.
La Corte, nel respingere il ricorso, ha riportato le testimonianze dei vicini della famiglia secondo i quali la donna «si era allontanata dall’abitazione nelle due settimane precedenti lasciando il cane incustodito all’interno del cortile e che i passanti, impietositi dalle precarie condizioni di salute dell’animale, avevano provveduto allo stesso fornendogli cibo ed acqua attraverso le grate del cancello».
Dalle visite effettuate con l’ausilio del servizio veterinario locale, si accertavano inoltre “le precarie condizioni di salute dell’animale affetto da leismaniosi. In occasione del sopralluogo […], l’animale presentava una emoraggia dal naso; l’unghia del primo dito della zampa destra incrinata che generava sanguinamento; onicogrifosi e linfoadenioregalia”
Inutili le motivazioni addotte a sua difesa dalla donna, secondo cui la presenza di acqua «dimostrerebbe la quotidiana cura del cane» perché «l’acqua nella ciotola non poteva essere stata messa dai vicini, perché le ciotole non passano attraverso il cancello» e le condizioni in cui il veterinario aveva trovato il cane erano dovute alla leishmaniosi (malattia dalla quale l’animale era affetto da tempo) e non all’abbandono.
La Cassazione non ha però accolto la sua tesi e ha condannato la donna al pagamento delle spese processuali.
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