TASSE: SOLO IL 10% CON AFFITTO CONCORDATO
Quasi 600mila contribuenti scelgono il canone concordato, attenzione però all’attestazione necessaria sulle stipule fai-da-te per non perdere lo sconto fiscale
Aumentano gli affitti stipulati con la formula dell’affitto a canone concordato. Sfruttando i rinnovi delle intese locali e la cedolare secca con aliquota al 10%, sono sempre di più i proprietari che scelgono il canale agevolato.
Nelle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2017 il numero dei contribuenti che hanno scelto la flat tax ridotta è cresciuto del 28,8%, contro un incremento del 10,9% dei soggetti che l’hanno applicata sui contratti a canone libero.
Nell’arco di soli sei anni, i locatori del canale agevolato sono passati dai 65mila del 2011 ai quasi 592mila del 2016.
Molti proprietari sembrano aver trovato molto vantaggioso il trade-off dei contratti concordati: un canone pari ai livelli fissati dall’intesa locale in cambio di sconti su Imu e Tasi e sulla tassazione dei canoni (cedolare al 10% anziché al 21% o deduzioni forfettarie del 30% su Irpef e registro).
La diffusione massiva di questi contratti è dovuta al lavoro di revisione degli accordi locali, che le associazioni di proprietari e inquilini stanno compiendo sul territorio.
Dopo un solo anno di distanza dall’arrivo delle nuove regole sono quasi 100 le intese locali rinnovate, che “coprono” quasi 500 Comuni su tutto il territorio italiano.
di Davide Carlo Sibilio