LAVORO FATTO MALE: POSSO NON PAGARE?
Contestazione e termini per denunciare un lavoro eseguito non a regola d’arte
Chi compra un oggetto o chiede l’esecuzione di un lavoro vuole garanzie visto che, a fine lavoro, è spesso inutile (o quantomeno costoso) fare cause. E quale garanzia migliore del pagare solo a prestazione eseguita?
La legge consente, a chi non riceve quanto chiesto, di non pagare. Si chiama “eccezione di inadempimento” ed è prevista all’art. 1460 c.c.: una sorta di autotutela, di difesa che si può attuare a prescindere dall’intervento del giudice.
Possiamo analizzare alcune diverse situazioni:
- Il lavoro non viene consegnato
Nel momento in cui si rifiuta di pagare un lavoro fatto male in realtà si applica un meccanismo giuridico che si chiama «risoluzione del contratto per inadempimento», ovvero se una parte non dà all’altra quanto le aveva promesso, quest’ultima si libera a sua volta dall’obbligo di fornire la controprestazione e il contratto si scioglie.
- Il lavoro non viene svolto bene
Quando invece il lavoro è consegnato, ma se ne contesta la qualità, per rivendicare lo “scioglimento” del contratto e non pagare è necessario dimostrare che vi è stato un inadempimento essenziale.
L’inadempimento essenziale è un inadempimento: fornire un lavoro non adeguato all’uso concordato è come non renderlo affatto.
Pertanto, se l’inadempimento è essenziale al punto che il lavoro è inservibile, ci si può sciogliere dal contratto e non corrispondere il prezzo concordato. Se invece l’inadempimento è irrisorio e neanche percepibile, non si può fare nulla e bisogna pagare.
Infine se l’inadempimento non è grave, ossia non essenziale, ma comunque ha un suo peso rendendo il lavoro parzialmente inservibile, si può chiedere una riduzione del prezzo.
- Come si stabilisce se l’inadempimento è essenziale o meno?
A stabilire se l’inadempimento è grave (essenziale) o meno è certamente il giudice nel caso in cui le parti non si mettono d’accordo. Per evitare però di dover necessariamente andare in causa però possiamo:
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- regolamentare le condizioni della prestazione e la qualità richiesta già nel contratto, specificando in esso cosa si riterrà “inadempimento grave” e cosa no.
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- nominare un soggetto indipendente e imparziale che possa stimare l’opera prestata e valutare se questa è davvero conforme all’uso o meno.
- Quanto tempo ho per contestare un lavoro fatto male
Se il lavoro riguarda la consegna di un prodotto e l’acquirente è intervenuto in veste di consumatore, per contestare un vizio del prodotto è necessario fare una “denuncia” al venditore nel termine di due mesi da quando il difetto è stato riscontrato.
Se invece si tratta di un lavoro edile, valgono le regole sulla responsabilità dell’appaltatore e per i vizi di minor conto ci sono 60 giorni per la contestazione e due anni successivi per fare causa; per i vizi invece strutturali c’è un anno per la contestazione e un ulteriore anno per la causa.
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