DURATA DEI PROCESSI: I BENEFICI DELLA LEGGE PINTO
La legge Pinto, approvata nel 2001, ha prodotto già nei primi anni effetti significativi
Già nel 2010 i ricorsi presentati dalle vittime della giustizia lumaca avevano toccato il numero di 37.393 procedimenti arretrati, con riferimento ai primi 6 mesi del 2009 e con un aumento del 43,1% rispetto al medesimo periodo del 2008 quando ne risultavano giacenti 26.132. Con l’effetto di mettere alle corde le Corti d’appello, interessate da tali ricorsi.
Ciò ha stimolato l’introduzione di forme alternative al processo ordinario. In particolare, nel processo civile il rimedio preventivo è rappresentato dalla proposizione del giudizio con rito sommario o dalla richiesta di passaggio dal rito ordinario al rito sommario.
Nel processo penale il rimedio preventivo è rappresentato da un’istanza di accelerazione da presentare almeno 6 mesi prima della scadenza del termine di durata ragionevole.
E gli effetti si sono visti. Anche per effetto della “ricetta Barbuto” che ha sollecitato gli uffici giudiziari civili a concentrare gli sforzi di smaltimento delle cause a rischio Pinto. In questi anni l’arretrato ultratriennale dei tribunali civili è sceso di oltre il 38%, passando da quasi 650mila casi pendenti a 403mila. Gli affari ultrabiennali in appello sono passati da 198mila a 126mila, una riduzione del 37 per cento.
Grazie a questo lavoro il debito si è ridotto da 456 milioni a 336 milioni, un taglio del 27 per cento. Il piano straordinario ha ridotto dell’80% i ricorsi in ottemperanza davanti al giudice amministrativo, evitando inoltre azioni esecutive stimabili in circa 8 milioni di euro.
PER MAGGIORI INFORMAZIONI CONTATTACI!